Decluttering: una filosofia di vita
Diciamocelo, questo termine in Italia è ormai abusato. Ma quanti sanno davvero cos’è e come funziona questa che è una vera e propria filosofia di vita?
Cos’è e cosa non è il decluttering?
Non è fare pulizia, non è riordinare. È molto di più e meglio. Il concetto sotteso è quello dello sgomberare, infatti “clutter” in inglese significa “ingombro”. Quindi, come ci insegna chi ha studiato, con l’uso del “de” privativo parliamo letteralmente di “togliere ingombro”, sgomberare. Da qui, volendo esplodere il significato e calarlo nella vita di tutti i giorni, il suo significato è “fare ordine rimuovendo il superfluo”.
Questa filosofia può essere quindi applicata alla nostra vita in molti aspetti, di cui il più tangibile è appunto quello dei nostri ambienti domestici e lavorativi.
Ma come uscire dal circolo dannato degli accumulatori seriali?
Nella società moderna siamo diventati degli accumulatori seriali. Se qualcosa si rompe, non vale la pena aggiustarla, o magari sì ma si fa fatica anche a informarsi, e si compra subito qualcosa in sostituzione, molto spesso senza tuttavia buttare l’oggetto rotto, con la scusa che “può tornare utile in un altro momento”, per qualcun altro, per un’altra funzione. Ma perché mai? Ma quando? Come? A chi? Chi è che dovrebbe essere così indegno da elemosinare i nostri scarti? Se parliamo invece di abbigliamento, il concetto è diverso perché solitamente indossiamo i nostri abiti davvero poco, dando il giro all’intero armadio, quindi quello che possiamo dar via è comunque in buono stato e può fare la differenza per tutte quelle persone che si trovano ad affrontare un momento difficile della propria vita, attraverso onlus e centri di raccolta.
Parlando di decluttering, il richiamo ai cambiamenti climatici è immediato, anche se a prima vista potrebbe sembrare una forzatura. I problemi legati all’ecologia, infatti, ci stanno insegnando a ripensare molti nostri gesti quotidiani e abitudini, in ottica di riciclo e riuso.
Ma se la teoria può essere abbastanza chiara e comprensibile, la pratica è tutta un’altra faccenda e allora è bene seguire qualche semplice regola e fare una scaletta per partire con il piede giusto e fare un buon lavoro, utile e produttivo, che ci porti a vivere con maggiore serenità il nostro quotidiano.
Chi bene inizia, è a metà dell’opera
Dalla teoria alla pratica, in pochi passaggi, ma con due approcci diversi: quello per i più temerari e quelli per i più riflessivi.
Ecco i 4 passaggi per affrontare il decluttering in modo temerario:
- Prima di tutto, analizzate il luogo in cui volete fare decluttering, facendo una mappa dei diversi ambienti: quanti sono, quali sono, che funzioni hanno;
- Poi, fate una classifica tra i vari ambienti, dal più urgente da riordinare al meno urgente, così da procedere per gradi e non stravolgere tutta la casa o l’ufficio in una volta sola;
- Procuratevi, quindi, dei contenitori adatti a contenere sia oggetti che vestiario, utilizzando fin da subito cosa la regola delle 4 scatole: “da buttare”, “da donare”, “da tenere”, “da riutilizzare”;
- Una stanza alla volta, quindi, analizzate i vari elementi d’arredo, le loro funzioni e cosa può essere riordinato o eliminato, senza pietà.
Una stanza dopo l’altra
Ogni stanza ha le sue caratteristiche e contiene in sé funzioni e arredi precisi. Analizziamole una alla volta.
La camera da letto.
Parlando della camera da letto, comodini, settimini e armadi la fanno da padroni e richiedono un paragrafo speciale a loro dedicato. L’idea che spesso si ha per fare ordine nelle camere è: lo tolgo dalla sedia e lo spingo a forza nell’armadio, tanto poi lo chiudo. Ma giuro che poi sistemo. Ecco, è il momento di far fede a quel giuramento. D’altronde, non avevamo detto in che tempi lo avremmo fatto, quindi la nostra coscienza è salva.
Tra cambi di stagione e diverse tipologie di abbigliamento, qui c’è bisogno di una chiarezza di intenti fuori dal comune. Banalmente, lo vediamo già quando raccogliamo i panni dal bucato e facciamo le pile per suddividere i diversi vestiti. Nel mio caso, funziona così: una colonna per me e una per ciascuna delle mie figlie; poi, per ogni colonna, la suddivisione tra biancheria (e anche qui, si fa presto a dire biancheria), magliette e maglioni, giacchetti, camicette, poi pantaloni, gonne, vestiti. Non parliamo dei calzini, poi, argomento ostico in tutte le case. È stata addirittura istituita la Giornata mondiale dei calzini spaiati, simbolo di uguaglianza nella diversità. Ebbene, a casa mia forse quella è l’unica giornata in cui riusciamo ad abbinarli. Che sovversive!
La cucina.
Il primo passo anche qui è fare un’analisi puntuale generale. Scaffali, ripiani, cassetti, dispensa, frigo, tavolo, spazzatura. Per ogni specifico angolino, fai mente locale e riorganizza le idee. Se del servizio di bicchieri se ne sono rotti sei su otto, forse è ora di buttare anche quei due. Se i vassoi che hai messo da parte con tanta lungimiranza, non sono mai stati utilizzati, è ora di buttarli via. Se quel ninnolo si è rotto e lo hai riposto in fondo al cassetto perché “magari poi compro la colla e lo aggiusto”, hai già capito cosa devi fare.
Quali sono le funzioni della cucina? Cucinare, ovviamente, ma anche di conseguenza mangiare, pulire e riordinare. Questa suddivisione mentale può essere il punto di partenza da cui iniziare a suddividere e ripensare i diversi oggetti qui presenti.
Il bagno.
Il bagno è il luogo più intimo della casa, o almeno lo è quando non hai figli piccoli che non ti lasciano solo neanche nei momenti più delicati. Un luogo intimi, dicevo, privato, in cui raccogliersi in religioso silenzio e in interminabili momenti di riflessione, in cui ritrovare il piacere di una doccia rigenerante e scrutarsi allo specchio fin nei minimi dettagli, con occhio critico e indagatore di ogni segno. Sarei dovuta andare a letto prima ieri sera, accidenti.
Qui ci possiamo davvero divertire, con tante soluzioni efficaci e funzionali: per il make-up, le medicine, i detersivi a volte, se non si ha uno stanzino ad essi dedicato, possiamo utilizzare contenitori, supporti e organizer, se ne trovano ormai di ogni tipo; anche il sapone potrà essere riposto in un apposito dispenser. Poi facciamo spazio a candele e/o profumatori e anche a un tocco di verde, con piantine che possano assorbire la luce e a cui dare un caloroso saluto e un po’ d’acqua ogni volta che ne avranno necessità.
La zona living.
È questa una zona della casa che occupa uno spazio importante perché è anche il biglietto da visita per i nostri ospiti e comunque solitamente il primo luogo in cui rientriamo dopo una faticosa giornata di lavoro, ad esempio. Trovarla ordinata e pulita, con un buon profumo e le giuste luci, può fare tutta la differenza nel trovarsi in quella situazione di pace interiore e di benessere a cui aspiriamo. La zona giorno ha diverse funzioni ed è condivisa da tutti i membri della famiglia, dato che ospita la TV, il divano, spesso un tavolo da pranzo con le sue sedie, la libreria, magari una poltrona per leggere un libro o guardare dal proprio smartphone cosa è successo nel mondo.
L’ingresso e lo stanzino.
È questo uno spazio da non sottovalutare fin dal nostro insediamento in una casa, ma se non siete stati così lungimiranti (nessun giudizio, non lo ero stata nemmeno io), si può ancora e sempre rimediare. Giacche, borse, sciarpe, cappelli, che restavano lì appesi da una stagione all’altra, che utilizziamo poco e niente, ma che in compenso creano il caos. Peraltro, in questa zona andrebbe sempre lasciato lo spazio per le giacche e gli oggetti degli ospiti, per farli sentire appunto ben accolti… almeno per i famosi tre giorni. O tre ore, anche.
Il decluttering per ritrovare se stessi
In conclusione, fare decluttering è un processo mentale e fisico irrinunciabile per il nostro benessere e il nostro equilibrio, per ritrovarci a vivere in un ambiente sano e accogliente, in linea con le nostre esigenze e con le caratteristiche peculiari della nostra famiglia.
Noi cambiamo e ci rinnoviamo ogni giorno e troppo spesso il mondo intorno a noi resta fermo nel passato. Diamoci una scrollata di spalle e guardiamo con fiducia a ciò che stiamo diventando e a ciò che vogliamo diventare. Ambiziosi, energici, positivi, grati. Partendo dalle piccole cose e con poco, si può fare tanto. Ma non vi dovete fidare di quello che vi dico, ma provate voi stessi, sperimentando con primi timidi interventi e vedrete che poi non vi fermerete più.
Provare per credere!
Da dove partire? Ecco qualche consiglio pratico che può tornare utile:
Tutti i prodotti sono selezionati in piena autonomia editoriale. Se acquisti uno di questi prodotti potremmo ricevere una commissione.